
La pandemia di covid-19 negli Stati Uniti ha avuto sicuramente un ruolo propulsivo rispetto alla diffusione della telemedicina nella cura del cancro. Da uno studio retrospettivo sulle disuguaglianze della medicina a distanza nel caso di 21 tumori di frequente diagnosi presentato ad ASCO 2022 in corso a Chicago, è emerso che esistono notevoli disparità nell’uso della telemedicina, soprattutto a scapito dei pazienti afroamericani e di quelli non assicurati, che vivono in aree suburbane o rurali e risiedono in un quartiere povero.
Per la ricerca sono state prese in considerazione le cartelle sanitarie di 26.788 persone che hanno iniziato un trattamento per il cancro tra marzo 2020 e novembre 2021 (follow-up fino a marzo 2022). I dati provengono dal database Flatiron Health.
Dai risultati nel dettaglio emerge una situazione di evidente disparità:
- I pazienti senza assicurazione usavano meno la telemedicina rispetto a quelli assicurati privatamente o con Medicare (11,7% vs. 16,4%).
- I pazienti neri avevano meno probabilità di utilizzare i servizi rispetto ai pazienti bianchi (rispettivamente 13,2% vs. 15,6%).
- Quelli nelle aree rurali (9,8%) e suburbane (12,9%) avevano meno probabilità di utilizzare i servizi rispetto ai pazienti nelle aree urbane (17,7%).
- I pazienti che vivevano nelle aree di status socioeconomico più basso avevano meno probabilità di utilizzare la telemedicina rispetto a quelli delle zone più ricche (10,6% vs. 23,6%).
Sono del luglio 2021 gli standard ASCO e le raccomandazioni pratiche specifiche per la telemedicina in oncologia pubblicate su JCO Oncology Practice. E gli autori dello studio sottolineano a questo riguardo l’importanza di valutare se l’uso della telemedicina è associato a cure di qualità.
Ma il tema dell’uguaglianza nell’accesso alla telemedicina è a monte di qualsiasi altra valutazione di risultato. In primo luogo le politiche dei Centers for Medicare e Medicaid Services (CMS) che hanno consentito lo sviluppo dei servizi dovrebbero essere rese permanenti al di là dell’emergenza covid-19. C’è poi da migliorare l’accesso all’assicurazione sanitaria che è un determinante decisivo. E infine garantire l’alfabetizzazione tecnologica minima al maggior numero di persone per allargare la base degli utilizzatori.
“La telemedicina può migliorare l’accesso tempestivo alle a cure oncologiche, ma, come sottolinea questo studio, la telemedicina deve essere disponibile in modo equo, in modo che ogni paziente possa accedere alle cure di cui ha bisogno e che merita”, è la sintesi del presidente dell’ASCO Everett E. Vokes.