
Ormai ai blocchi di partenza la 63esima edizione dell’Annual Meeting ASH che si svolgerà in modalità “ibrida”, dall’11 al 14 dicembre 2021.
Dal Presidente del Comitato per le comunicazioni dell’ASH, Mikkael A. Sekeres, arriva un’anteprima su alcune delle ricerche più interessanti che saranno presentate al Congresso.
Il Massachusetts General Hospital di Boston presenta nuovi dati sulle transizioni codice-stato tra i pazienti con leucemia mieloide acuta (LMA) ad alto rischio e con prognosi sfavorevole vicini al fine vita. Dai risultati emerge che le discussioni medico-paziente sugli obiettivi della cura spesso avvengono troppo tardi.
Sul fronte delle buone notizie, Martin Tallman del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York ha evidenziato i risultati di AGILE, uno studio randomizzato di fase 3, che è promettente in particolare per i pazienti di nuova diagnosi con malattia ad alto rischio che hanno mutazioni nell’isocitrato deidrogenasi 1 (IDH-1). La ricerca ha studiato un nuovo approccio al trattamento, con una combinazione della combinazione dell’inibitore IDH-1 ivosidenib e azacitidina, e lo ha confrontato con la sola azacitidina. I focus era la sopravvivenza libera da eventi, la sopravvivenza globale e le risposte cliniche (abstract 697).
Tallman ha fatto anche cenno ad altri abstract che toccano aspetti socioeconomici legati alla malattia.
I progressi dell’immunoterapia
Alcuni degli abstract più attesi all’ASH evidenzieranno i progressi nell’immunoterapia per le neoplasie ematologiche. La presentazione è stata affidata a Cynthia E. Dunbar, segretario dell’ASH.
Gli abstract includono l’analisi primaria dello studio ZUMA-7, uno studio randomizzato di fase 3 che confronta il costrutto chimerico delle cellule T del recettore dell’antigene (CAR T) axicabtagene ciloleucel (axi-cel; Yescarta) con lo standard di cura in pazienti con linfomi a grandi cellule B recidivi o refrattari (LBCLs; abstract 2) e l’analisi ad interim dello studio randomizzato di fase 3 Transform che confronta il costrutto CAR T lisocabtagene maralecleucl (liso-cel; Breyanzi) con la chemioterapia di salvataggio in pazienti con LBCL recidivante/refrattaria (abstract 91) .
“Oltre 500 pazienti sono stati arruolati nei due studi ed entrambi gli abstract riportano una sopravvivenza significativamente più lunga senza ricadute nel braccio CAR-T, ad esempio, quattro volte più alta nello ZUMA-7 rispetto allo standard di cura”, ha spiegato Dunbar durante il briefing.