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HHT, nuova possibile opzione di trattamento?

A cura di Luciano De Fiore By Giugno 17, 2021Maggio 10th, 2022No Comments
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Ad oggi la FDA non ha ancora approvato alcuna terapia per la teleangectasia emorragica ereditaria (HHT), una patologia che ha una prevalenza che è circa il doppio di quella dell’emofilia A e sei volte quella dell’emofilia B.

La malattia è un disturbo dell’angiogenesi che causa malformazioni delle giunzioni tra arterie e vene: dilatazioni arterovenose, a causa delle quali i pazienti con HHT sono soggetti a emorragie gastrointestinali croniche e in progressivo peggioramento e a gravi emorragie nasali ricorrenti, con conseguente anemia cronica, spesso accompagnata da una grave carenza di ferro. Di conseguenza, i pazienti affetti da questa patologia spesso dipendono da trasfusioni di sangue o infusioni di ferro regolari (settimanali o mensili) per mantenere l’emocromo a livelli di sicurezza.

Secondo i dati presentati allo European Hematology Association Virtual Congress di quest’anno, l’inibitore della tirosin chinasi pazopanib sembrerebbe potrebbe costituire una valida terapia per questi pazienti.

Lo studio ha arruolato 13 pazienti [con età media di 66 (53 – 78) anni] di cui 6 (46%) erano donne. Tutti venivano trattati con trasfusioni di eritrociti e soffrivano di epistassi grave; quest’ultima, unita ad anemia, causava un’invalidità medica in 12 dei pazienti arruolati.
Cinque pazienti ricevevano trattamenti palliativi a causa di un precedente fallimento di qualsiasi altra terapia. Nessuno dei pazienti era stato precedentemente trattato con ormoni, anti-fibrinogeni o agenti stimolanti dell’eritropoiesi.

Tutti pazienti, dopo tre mesi di terapia predefinita con pazopanib [dose mediana 100 (25 – 300) mg] sperimentavano almeno 3 mesi liberi da trasfusione, raggiungendo così il primo endpoint.
Si assisteva, inoltre, a un netto miglioramento dei fattori concomitanti alla patologia, raggiungendo così anche il secondo endpoint dello studio: valori di emoglobina (7,8 vs. 12,7 g/dL, P<0,0001), punteggio di gravità dell’epistassi (7,20 vs. 2,43 punti, P<0,0001), necessità di trasfusione di eritrociti (diminuite del 93%; 16,0 vs. 0,0 unità, P<0,0001), necessità d’infusione di ferro (una riduzione del 92%; 4500 vs. 0 mg, P=0,005), numero di procedure emostatiche locali (diminuendo del 90%; 4 vs. 0, P=0,0002), saturazione di ferritina (31 vs. 122 ng/mL, P=0,0007) e transferrina (9% vs. 23%, P=0,0002). Tutti questi miglioramenti sono rimasti invariati nel tempo.

Ipertensione (31%), linfocitopenia (23%) e fatigue (23%) risultavano essere gli eventi avversi più comuni, ma non invalidanti per i pazienti. Non si registravano eventi avversi fatali.
Il trattamento con pazopanib è risultato quindi sicuro ed efficace nella gestione dell’epistassi in pazienti affetti da HHT, e si è dimostrato in grado di ridurre il ricorso alle trasfusioni sino all’azzeramento della necessità di trasfusione di eritrociti e alla normalizzazione dei parametri ematologici.

Bibliografia. Al-Samkari H, et al. Pazopanib for severe bleding and transfusion-dependent anemia in hereditary hemorrhagic teleangiectasia. EHA Virtual Meeting 2021; abstract #S103.

 

a cura di Luciano De Fiore