
Il trattamento con l’anticorpo bispecifico elranatamab si è dimostrato efficace, producendo risposte rapide, profonde e durature, in pazienti con mieloma multiplo ricaduto/refrattario già esposti a una terapia diretta contro l’antigene di maturazione delle cellule (BCMA), che è il bersaglio della maggior parte dei trattamenti più innovativi per questa neoplasia ematologica. Il dato emerge da un’analisi dei dati aggregati degli studi di fase 1 MagnetisMM-1 e MagnetisMM-2 e degli studi di fase 2 MagnetisMM-3 e MagnetisMM-9, analisi presentata di recente a Francoforte nel corso del Meeting EHA 2023.
Elranatamab è un nuovo anticorpo bispecifico umanizzato CD3/BCMA, capace, cioè, di legarsi da un lato al recettore CD3 espresso sulle cellule T e dall’altro al BCMA espresso sulle plasmacellule mielomatose. Grazie a questa caratteristica, è in grado di attivare e dirigere la risposta immunitaria mediata dalle cellule T verso le cellule del mieloma multiplo.
I dati dello studio MagnetisMM-3, ancora in corso, hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza di elranatamab nei pazienti con mieloma multiplo ricaduto/refrattario naïve agli anti-BCMA. In questi pazienti, con un follow-up mediano che al momento del cut-off dei dati era di 14,7 mesi, l’ORR è risultato del 61,0%, mentre la mediana della sopravvivenza libera da progressione non è stata ancora raggiunta così come la mediana della durata della risposta.
Nell’analisi aggregata presentata all’EHA Manier e i colleghi hanno voluto, invece, valutare efficacia e sicurezza di elranatamab nei pazienti con mieloma multiplo ricaduto/refrattario già esposti a terapie anti-BCMA, aggregando i dati di pazienti che avevano partecipato ai quattro studi sopra citati del programma MagnetisMM ed erano già stati trattati con almeno un inibitore del proteasoma, un immunomodulatore, un anticorpo monoclonale anti-CD38 e un ADC anti-BCMA e/o cellule CAR-T anti-BCMA.
Con un follow-up mediano di 11,3 mesi, negli 87 pazienti trattati con elranatamab dopo essere stata esposti in precedenza a una qualsiasi terapia anti-BCMA si è raggiunto un tasso di risposta globale del 46%, con un tasso di risposta completa stringente del 4,6%, un tasso di risposta completa del 13,8%, un tasso di risposta parziale molto buona del 24,1% e un tasso di risposta parziale del 3,4%. Nei 40 pazienti che hanno risposto al trattamento, il tempo mediano di risposta è risultato di 1,7 mesi.
Nei 59 pazienti in cui il trattamento anti-BCMA effettuato era rappresentato da un coniugato anticorpo-farmaco (ADC), l’ORR è risultato del 42,4%, con tassi di risposta completa stringente del 5,1%, di risposta completa del 13,6%, di risposta parziale molto buona del 20,3% e di risposta parziale del 3,4%. Nei 36 pazienti trattati in precedenza con cellule CAR-T anti-BCMA, invece, l’ORR è risultato del 52,8%, con tassi di risposta completa stringente del 2,8%, di risposta completa del 16,7%, di risposta parziale molto buona del 27,8% e di risposta parziale del 5,6%. Da notare che otto pazienti erano già stati trattati precedentemente sia con un ADC anti-BCMA sia con cellule CAR-T anti-BCMA.
L’età mediana della popolazione analizzata era di 66,0 anni e 13 pazienti (il 14,9%) avevano almeno 75 anni, di cui 12 erano stati trattati in precedenza con un ADC anti-BCMA e uno con cellule CAR-T anti- BCMA. Inoltre, il 47,1% dei pazienti era di sesso maschile e il 64,4% di razza bianca. Il 29,9% dei partecipanti aveva un performance status ECOG pari a 0, il 65,5% pari a 1 e il 4,6% pari a 2. Inoltre, il 20,7% aveva una malattia in stadio 1 secondo il Revised Multiple Myeloma International Staging System, il 50,6% una malattia in stadio 2 e il 23,0% una malattia in stadio 3, mentre per il restante 5,7% dei pazienti i dati sullo stadio della malattia erano mancanti o sconosciuti.
Il 65,5% aveva un rischio citogenetico standard e il 24,1% un rischio citogenetico alto, mentre per il 10,3% dei pazienti mancavano i dati sul rischio citogenetico. Il 54% aveva una malattia extramidollare, mentre le plasmacellule del midollo osseo erano inferiori al 50% nel 70,1% dei casi.
Tutti i pazienti inseriti nell’analisi erano fortemente pretrattati e avevano già effettuato una mediana di 7 (range: 3-19) precedenti linee di terapia; inoltre, l’81,6% di essi era stato sottoposto in precedenza a un trapianto di cellule staminali.
Tutti erano già stati esposti alle tre classi di farmaci attualmente standard per il trattamento del mieloma multiplo (inibitori del proteasoma, immunomodulatori e anticorpi monoclonali anti-CD38) e l’85,1% era già stato esposto a cinque di questi agenti. Inoltre, il 96,6% era risultato triplo-refrattario, il 55,2% penta-refrattario e l’85,1% refrattario all’ultima linea di terapia. Il 62,1% si era dimostrato refrattario a una precedente terapia anti-BCMA; in particolare, il 54,0% era risultato refrattario a un ADC anti-BCMA e l’11,5% refrattario alle cellule CAR-T anti-BCMA.
Al momento del cut-off dei dati, la durata mediana del trattamento era di 3,5 mesi (range: 0,03-30,9), il 39,1% dei pazienti aveva effettuato più di 6 mesi di trattamento con elranatamab e il 23% era ancora in trattamento con il bispecifico. I motivi per cui i pazienti avevano interrotto il farmaco includevano la progressione della malattia (46,0%), eventi avversi (11,5%), il decesso (10,3%), la mancanza di efficacia (2,3%) e il ritiro del paziente dallo studio o il suo rifiuto di essere ulteriormente trattato (6,9%).
Ulteriori dati hanno mostrato che il 50% dei pazienti responder (20 su 40) era ancora in risposta al momento del cut-off dei dati. La DOR mediana è risultata complessivamente di 17,1 mesi (IC al 95% 9,8-NE) e di 13,6 mesi nel sottogruppo di pazienti trattati in precedenza con un ADC anti-BCMA, mentre non era valutabile in quello già trattato con CAR-T anti-BCMA. La PFS mediana è risultata di 5,5 mesi (95% CI, 2,2-10,0) nella popolazione complessiva analizzata, 3,9 mesi (IC al 95% 1,9-6,6) nel sottogruppo trattato in precedenza con un ADC anti-BCMA e 10,0 mesi in quello già trattato con CAR-T anti-BCMA, mentre la sopravvivenza globale (OS) mediana è risultata di 12,1 mesi in tutti e tre i casi (IC al 95% 7,5-NE nella popolazione complessiva).
“Questi risultati dimostrano il valore della monoterapia con elranatamab come opzione terapeutica per i pazienti con mieloma recidivato/refrattario dopo un trattamento anti-BCMA”, commentano gli autori.
Bibliografia. Manier S, et al. Efficacy and safety of elranatamab in patients with relapsed/refractory multiple myeloma (RRMM) and prior B-cell maturation antigen (BCMA)-directed therapies: A pooled analysis from MagnetisMM studies. J Clin Oncol. EHA Meeting 2023; abstract #P870.