
Il linfoma primitivo del mediastino a cellule B ha una buona prognosi se la remissione viene raggiunta rapidamente con l’immunochemioterapia a dose intensiva. In questi pazienti, la radioterapia mediastinica (RT) può consolidare le risposte; tuttavia, aumenta il rischio di seconde neoplasie e di cardiopatie coronariche o valvolari.
Uno studio, strutturato con un disegno di “non inferiorità” e presentato in una sessione plenaria del Meeting EHA 2023, ha indagato se la radioterapia possa essere omessa in pazienti che ottengono una risposta metabolica completa (CMR) a seguito di immunochemioterapia.
Erano dichiarati eleggibili allo studio i pazienti con PMBCL di nuova diagnosi. Sulla base della pratica clinica standard veniva utilizzato un regime terapeutico iniziale a base di rituximab e antracicline e la risposta metabolica completa era definita, dopo revisione centrale della PET/TC, come punteggio di Deauville da 1 a 3, secondo la classificazione di Lugano.
I pazienti che avevano ottenuto una risposta venivano randomizzati all’osservazione (OBS) o al consolidamento con RT (30 Gy). La randomizzazione, inoltre, era stratificata in base a sesso, regime chemioterapico, nazionalità e punteggio PET/TC. L’end-point primario era costituito dalla sopravvivenza libera da progressione dopo la randomizzazione.
La dimensione del campione (540 pazienti da arruolare e 376 da randomizzare) veniva calcolata assumendo una probabilità di PFS a 30 mesi di 0,85 in entrambi i bracci, con alfa allo 0,05, 80% di potenza e hazard ratio (HR) di 1,77 come margine di non inferiorità.
Un’analisi ad interim al follow-up mediano di 30 mesi mostrava, tuttavia, un numero di eventi osservati molto inferiore al previsto, pertanto, l’Independent Data Monitoring Committee (IDMC) dello studio raccomandava di completare l’arruolamento pianificato senza aumentare le dimensioni o la durata dello studio. L’analisi dell’endpoint primario veniva eseguita, secondo raccomandazione dell’IDMC, con ≥80% di pazienti con un follow-up minimo di 30 mesi.
Venivano arruolati 545 pazienti (209 uomini, 336 donne). L’immunochemioterapia d’induzione veniva completata e la risposta valutata in 530 pazienti; 268 di loro (50,6%) raggiungevano una risposta metabolica completa e venivano randomizzati a OBS (n= 132) o RT (n=136).
Il tempo mediano di follow-up dei pazienti randomizzati era di 59 mesi (range interquartile, 42-64). La PFS a 30 mesi dalla randomizzazione era del 98,5% (95%CI, 94,2-99,6) nel braccio RT e del 96,2% (95%CI, 91,1-98,4) nel braccio OBS (Log-rank P=0,274).
L’effetto relativo stimato della radioterapia rispetto all’osservazione in termini di rapporto di rischio (HR) era dello 0,47 (0,12-1,88) senza aggiustamenti e dello 0,68 (0,16-2,91) dopo la stratificazione per le variabili utilizzate per la randomizzazione.
La sopravvivenza globale a 5 anni era del 99% in entrambi i bracci. Ad oggi sono stati registrati 3 eventi cardiaci di grado 3-4 e 3 secondi tumori, tutti in pazienti randomizzati alla radioterapia.
“Questo è il più grande studio prospettico mai effettuato sul linfoma primitivo del mediastino a cellule B. Sebbene il tasso di eventi non abbia raggiunto il livello previsto e sia necessario un follow-up più lungo per valutare correttamente le tossicità tardive, i risultati emersi forniscono solide prove a sostegno dell’omissione della radioterapia nei pazienti che hanno raggiunto una risposta metabolica completa dopo l’immunochemioterapia”, commentano i ricercatori.
Bibliografia. Martelli M, et a. Omission of radiotherapy in primary mediastinal B-cell lymphoma patients following complete metabolic response to standard immunochemotherapy: results of the IELSG37 randomised trial. EHA Meeting 2023,; abstract #S101.