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SIE 2017: focus sul trapianto da cellule staminali emopoietiche

By Ottobre 19, 2017Ottobre 8th, 2021No Comments
Dai congressi

La missione della Società Italiana di Ematologia SIE, il cui Congresso Nazionale si è celebrato a Roma dal 15 al 18 ottobre presso il Marriott Park Hotel, è da sempre quella di sostenere il progresso dell’ematologia, promuovere l’assistenza ai pazienti e dare impulso alla formazione e all’aggiornamento professionale. Oggi, la società scientifica prosegue l’obiettivo raccogliendo le numerose sfide del presente e del futuro: dalla lotta alle malattie del sangue come linfomi e leucemie ai nuovi target terapeutici tramite terapie alternative, passando per le battaglie contro le disparità regionali nell’accesso alle cure fino all’utilizzo delle nuove tecnologie. Durante i quattro giorni, sono stati trattati tutti i più importanti argomenti ematologici, con un particolare focus sul trapianto di midollo osseo da cellule staminali emopoietiche.

«Il mondo delle malattie del sangue è stato rivoluzionato dall’impiego di nuovi farmaci: la possibilità di curare alcune patologie del sangue – soprattutto quelle neoplastiche – senza chemioterapia, è una delle conquiste», dichiara Fabrizio Pane, Presidente SIE. «Altre malattie, gravi e complesse, necessitano cure drastiche come il trapianto da cellule staminali. Famiglie sempre più piccole determinano una difficoltà nel trovare donatori; in Italia, centri all’avanguardia in Europa e nel mondo e tecniche sempre più innovative permettono di effettuare con maggior sicurezza trapianti da donatori non perfettamente compatibili». Il trapianto di cellule staminali del sangue rappresenta una terapia salvavita per un elevato numero di pazienti – soprattutto pediatrici- e per molte malattie del midollo osseo, neoplastiche e non: leucemie, linfomi, talassemie, immunodeficienze. Per tanti anni, l’unico donatore impiegato è stato un fratello o una sorella, ma la possibilità che due fratelli siano identici tra loro è solamente del 25%.

Per ovviare a questa limitazione, sono stati creati i Registro Italiano dei Donatori Volontari di Midollo Osseo e le Banche di Raccolta e Conservazione del Sangue Placentare, come spiega Francesca Bonifazi, Presidente del Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo (GITMO): «Oggi, rispetto al passato, la possibilità di trovare un donatore arriva la 90%. Due pazienti su tre non trovano donatori familiari, quindi si attiva la ricerca da Registro. Grazie alla riqualificazione del Registro la probabilità di trovare un donatore varia dal 40 al 70% mentre per coloro che non rientrano in questo percorso esistono ulteriori due opzioni: il trapianto da cordone ombelicale e quello familiare detto aploidentico, ossia dal genitore o da un figlio. Quest’ultimo – conclude – rappresenta ora il 30% dei trapianti ed è attuato su tutto il territorio nazionale».