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Linfoma a grandi cellule B, conferme per axi-cel in seconda linea

By Ottobre 8, 2023Ottobre 10th, 2023No Comments
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La terapia con la CAR-T axicabtagene ciloleucel (axi-cel) offre risultati promettenti come trattamento di seconda linea per pazienti con linfoma a grandi cellule B recidivante/refrattario non candidabili al trapianto di staminali. Risultati incoraggianti, infatti, con alti tassi di risposta, risposte durature e un profilo di tollerabilità gestibile giungono infatti dallo studio di fase 2 ALYCANTE, presentato di recente su Nature Medicine.
ALYCANTE è un trial multicentrico di fase 2 in aperto, in cui le CAR-T axi-cel sono state valutate appunto come trattamento di seconda linea in pazienti con linfoma a grandi cellule B recidivante/refrattario ad alto rischio non idonei al trapianto autologo di cellule staminali.

Venivano arruolati nello studio pazienti di almeno 18 anni con linfoma non-Hodgkin a cellule B aggressivo confermato istologicamente secondo i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2016. Ulteriori criteri di idoneità comprendevano un performance status ECOG compreso tra 0 e 2 e un adeguato accesso vascolare per la leucaferesi.

L’età mediana della popolazione era di 70 anni (range: 49-81) e il 75,8% dei pazienti era di sesso maschile; inoltre, la maggior parte aveva un performance status ECOG pari a 0 o 1 (98,4%), una malattia in stadio III o IV secondo la classificazione di Ann Arbor (74,2%) e un linfoma diffuso a grandi cellule B non altrimenti specificato (83,9%).

Tutti i partecipanti erano stati trattati in prima linea con la chemioimmunoterapia, e nella maggior parte dei casi (58,1%) con il regime R-CHOP (rituximab più ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone).

I partecipanti sono stati sottoposti a una chemioterapia linfodepletiva di condizionamento per tre giorni, seguita da una singola infusione di CAR-T axi-cel alla dose target di 2×106 cellule T CAR-positive/kg di peso corporeo.

L’endpoint primario dello studio era il tasso di CMR a 3 mesi secondo i criteri di risposta di Lugano, mentre gli endpoint secondari includevano l’ORR, la durata della risposta, la sopravvivenza libera da eventi, la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale.

“ALYCANTE è il primo studio a valutare axi-cel come terapia di seconda linea per i pazienti con linfoma a grandi cellule B recidivante/refrattario non idonei al trapianto e i risultati hanno mostrato tassi di risposta elevati e remissioni durature in questa popolazione difficile da trattare”, ha dichiarato Roch Houot, a capo del dipartimento di ematologia presso l’ospedale universitario di Rennes, Francia primo autore dello studio.

Infatti, in un setting di 62 pazienti una singola infusione di axi-cel ha prodotto un tasso di risposta metabolica completa a 3 mesi del 71% (IC al 95% 58,1%-81,8%). Inoltre, dei 10 pazienti che dopo un mese dall’infusione avevano ottenuto una risposta metabolica parziale, cinque hanno mostrato una CMR alla valutazione dei 3 mesi.
Il tasso di risposta globale valutato dagli sperimentatori è risultato del 75,8% (IC al 95% 63,3%-85,8%) e il 59,7% (IC al 95% 46,5%-72,0%) dei pazienti manteneva una CMR alla valutazione dei 6 mesi.

Anche i risultati di sopravvivenza riportati dagli autori francesi sono incoraggianti.

Dopo un follow-up mediano di 12 mesi dalla leucaferesi, nel set completo di 69 pazienti sui cui è stata effettuata l’analisi è stata riportata una mediana di EFS pari a 12,3 mesi ed è stato stimato un tasso di EFS a 6 mesi pari al 66,7e a 12 mesi pari al 51,2. La mediana di PFS è risultata di 11,8 mesi e gli autori hanno stimato tassi di PFS a 6 mesi e a 12 mesi rispettivamente del 67,7% e 48,8%.

La mediana di OS non è stata raggiunta e i tassi stimati di OS a 6 e a 12 mesi sono risultati rispettivamente del 91,9% (IC al 95% 81,6%-96,5%) e 78,3% (IC al 95% 64,7%-87,1%). Anche la mediana della DOR non è stata raggiunta.

Inoltre, riferiscono gli autori francesi, l’efficacia di axi-cel si è mantenuta in tutti i sottogruppi principali, fra cui quelli dei pazienti con caratteristiche di alto rischio, come un’età uguale o superiore a 70 anni, uno score dell’indice di comorbilità correlata al trapianto (HCT-CI) ≥3, un IPI score ≥3 e una refrattarietà alla terapia di prima linea.

Nei 33 pazienti di età pari o superiore a 70 anni, infatti, il tasso di CMR a 3 mesi è risultato del 72,7%, a fronte del 69% nei 29 pazienti di età inferiore a 70 anni. Anche i risultati di sopravvivenza, la DOR e la tossicità sono risultati simili nei due gruppi di età. Nei 20 soggetti con un HCT-CI score ≥3, il tasso di CMR a 3 mesi è risultato dell’80% e in questo sottogruppo gli esiti di sopravvivenza e tossicità sono risultati paragonabili a quelli osservati nei 42 pazienti con un HCT-CI score <3.

Sul fronte della sicurezza, riferiscono Roch e i colleghi, non sono state osservate tossicità impreviste.