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Linfoma di Hodgkin, il peso della genetica

A cura di Stefania Mengoni By Settembre 16, 2022No Comments
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Il linfoma di Hodgkin è il tipo più comune di cancro negli adolescenti e ha un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 90-95%. Ogni anno solo negli Stati Uniti vengono diagnosticati fino a 7.000 nuovi casi di malattia in pazienti molto giovani e non è raro assistere al manifestarsi di più casi nello stesso albero familiare.

Un recente studio presentato sulle pagine di Blood approfondisce il tema nel tentativo, come spiega Jamie Flerlage del St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis, prima autrice della ricerca, “di comprendere cosa stia causando il cancro in queste famiglie e per mettere a punto programmi di screening “ad hoc” identificando, inoltre, nuovi bersagli  terapeutici”.

Per studiare l’incidenza del linfoma Hodgkin nelle famiglie i ricercatori hanno fatto ricorso ai “pedigree”, diagrammi che rivelano le connessioni familiari tenendo traccia dell’incidenza del cancro. I criteri di selezione dei partecipanti richiedevano la presenza di due o più parenti di primo grado affetti da linfoma di Hodgkin, uno dei quali doveva avere meno di 21 anni al momento della diagnosi.

La coorte di famiglie comprendeva pazienti trattati al St. Jude e molte famiglie che facevano parte di uno studio di coorte familiare condotto per la prima volta dal National Cancer Institute. L’analisi ha rivelato varianti ereditarie che possono predisporre gli individui alla malattia nella maggior parte delle famiglie, evidenziando l’importante ruolo della predisposizione genetica nella comprensione del linfoma di Hodgkin.

Gli autori hanno eseguito il sequenziamento dell’intero genoma su 234 membri di 36 famiglie e identificato 44 varianti (33 codificanti e 11 non codificanti) che aumentano il rischio di sviluppare la tale forma di linfoma. I risultati includevano nuove varianti geniche che non erano state precedentemente collegate alla predisposizione alla malattia come PAX5, GATA3, IRF7, EEF2KMT e POLR1E, nonché varianti note come KDR e KLHDC8B.

“Le varianti ereditarie possono costituire un importante pezzo mancante del puzzle quando si sta cercando di capire perché alcune persone hanno maggiori probabilità di sviluppare un certo tipo di neoplasia”, commenta Jamie Flerlage. “Il sequenziamento dell’intero genoma che consente di analizzare, oltre alle principali varianti genetiche, le varianti non codificanti o epigenetiche è un potente strumento per aiutare a spiegare ciò che espone una persona a un rischio maggiore di sviluppare il linfoma di Hodgkin”.

La complessa struttura bioinformatica creata al St. Jude si è dimostrata essenziale nell’analizzare e tracciare le varianti attraverso i pedigree della famiglia. Il processo includeva l’esecuzione di algoritmi per identificare le varianti in ogni individuo, l’associazione con il pedigree e il tracciamento delle varianti attraverso l’albero genealogico per capire quali fossero maggiormente correlate al linfoma. Più di 40 database e numerosi software all’avanguardia sono stati impiegati nello studio.

Il lavoro che è stato svolto nella realizzazione di questa analisi non è specifico per il linfoma di Hodgkin; tale approccio scientifico può essere utilizzata per qualsiasi altra malattia in cui sono coinvolte le famiglie, compresi altri tipi di cancro e disturbi neurologici come l’epilessia.
“Abbiamo avuto la straordinaria opportunità di sviluppare una struttura bioinformatica altamente completa per indagare varianti di codifica, non codifica e numero di copie nelle famiglie. Questo progetto ha inoltre sottolineato come la collaborazione tra le diverse competenze spacialistiche possa condure a a risultati importanti”, concludono i ricercatori.

Bibliografia. Flerlage JE, Myers JR, Maciaszek JL, et al. Discovery of novel predisposing coding and noncoding variants in familial Hodgkin lymphoma. Blood 2022 Aug 17; doi: 10.1182/blood.2022016056. Epub ahead of print.