
Importante novità nel trattamento di due malattie rare, la mastocitosi sistemica avanzata e il tumore stromale gastrointestinale con mutazione del recettore alfa del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFRA) D842V.
Dopo l’approvazione dell’EMA, della Commissione Europea e di AIFA, è arrivato, infatti, il via libera definitivo in Italia per avapritinib, inibitore delle chinasi di tipo 1 altamente specifico, che ha dimostrato un’importante attività biochimica verso i mutanti PDGFRA D842V e KIT D816V.
La mastocitosi sistemica è una patologia ematologica rara, con manifestazioni cliniche estremamente eterogenee. Causata da una alterazione molecolare nel gene KIT (mutazione KIT D816V) in circa il 95% dei casi, comporta una crescita incontrollata di un tipo di globuli bianchi, i mastociti, che si accumulano in forma anomala nell’organismo, provocando seri danni al midollo osseo, al fegato, alla milza e ad altri organi.
I GIST rientrano, invece, tra i sarcomi dei tessuti molli, e si possono sviluppare lungo tutto il tratto gastrointestinale, dall’esofago fino al retto. Generalmente caratterizzati da uno spettro di mutazioni nel gene KIT, in circa il 6% dei casi presentano, invece, la mutazione di resistenza D842V del PDGFRA, insensibile ad altre terapie fino ad oggi disponibili.
L’approvazione di avapritinib per la mastocitosi sistemica avanzata (AdvSM), in particolare, si basa sui risultati dello studio di efficacia condotto su 47 pazienti con diagnosi confermata di AdvSM e trattati con precedente terapia sistemica.
Tra questi: il tasso di risposte obiettive è stato del 60%; il tempo mediano alla risposta di 1,9 mesi; la durata della risposta non determinata a 12 mesi e stimata essere dell’85,6% a 24 mesi.
Tali dati sono risultati consistenti per tutti i sottotipi di AdvSM, indipendentemente dal tipo di terapia precedente e di stato mutazionale. Le reazioni avverse gravi più comuni sono state ematoma subdurale (2%), anemia (2%) ed emorragia (2%).
Per quanto riguarda i GIST non resecabili o metastatici con mutazione del recettore alfa del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFRA) D842V, l’approvazione del farmaco si è basata su uno studio condotto su 38 pazienti, che hanno ottenuto: una ORR del 95%; un tasso di risposte complete del 13%; una durata mediana della risposta di 22,1 mesi. Riduzioni radiografiche del tumore sono state osservate nel 98% dei pazienti. Le reazioni avverse gravi più comuni sono state anemia (6%) e versamento pleurico (1%).
Si tratta, indubbiamente, di un passaggio di grande rilevanza per patologie rare e difficili da diagnosticare, che lasciano spesso il paziente in una condizione d’incertezza e con insufficienti opzioni terapeutiche.
Bibliografia: