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Epigenetica, ultima frontiera nella lotta ai linfomi

By Marzo 12, 2018No Comments
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Sconfiggere i linfomi con farmaci innovativi capaci di agire contemporaneamente su più di un bersaglio epigenetico.
È quanto prospettano due recenti studi presentati in occasione del Targeted Anticancer Therapies (TAT) International Congress, celebrato a Parigi dal 5 al 7 marzo 2018.

Anastasios Stathis, a capo dell’unità di sviluppo nuovi farmaci dell’Istituto oncologico della Svizzera italiana (IOSI) di Bellinzona, uno dei primi oncologi a condurre ricerche in questo campo, spiega, ad esempio, come gli inibitori di BET si siano dimostrati promettenti per il trattamento di linfomi, leucemie acute e del carcinoma NUT della linea mediana, una patologia assai rara e aggressiva che colpisce soprattutto giovani adulti.

Le proteine che contengono il bromodominio, le BET-proteine, rivestono infatti un ruolo chiave nel controllo del ciclo cellulare e nel processo di progressione della trascrizione. Molecole che interagiscono con il bromodominio sono quindi capaci di bloccare e inibire tali proteine rappresentando una strategia innovativa per combattere alcuni tipi di tumore.
Ad oggi gli inibitori di BET sono stati studiati in trial clinici e risultati preliminari ne hanno confermato l’efficacia in pazienti affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B e da carcinoma NUT.
Il profilo di tollerabilità è risultato generalmente soddisfacente. Tra i più frequenti eventi avversi registrati: trombocitopenia dose-dipendente, reversibile e non accompagnata da episodi emorragici maggiori, affaticamento e disturbi gastrointestinali.

I risultati, indubbiamente promettenti, dovranno essere confermati da ulteriori studi e la speranza è di potere utilizzare questi agenti, in selezionate popolazioni di pazienti, anche in combinazione con altri farmaci.

Un’ulteriore area di grande interesse è rappresentata dagli inibitori di EZH2. L’EZH2, proteina che lega la cromatina e regola il programma cellulare dei linfociti B permettendo la produzione di anticorpi, è frequentemente espressa in pazienti affetti da alcuni linfomi tra cui il linfoma a cellule B.

Recenti dati hanno evidenziato che un inibitore di EZH2, il tazemostat, è in grado d’indurre risposte obiettive nel 92% dei pazienti con linfoma follicolare che esprima la proteina.
I risultati di un studio in pazienti affetti da linfoma a cellule B, presentato al congresso TAT, ne hanno evidenziato efficacia e maneggevolezza.

“Se saranno approvati dalle autorità regolatorie anche gli inibitori di EZH2 potrebbero costituire una nuova opzione terapeutica per il trattamento del linfoma follicolare recidivato o refrattario”, concludono i ricercatori.

Bibliografia:

Stathis A, Bertoni F. BET proteins as targets for Anticancer Treatment. Cancer Discov 2018;8(1):24–36.
Morschhauser F, Salles G, McKay P, et al. Interim report from a phase 2 multicenter study of tazemetostat, an EZH2 inhibitor, in patients with relapsed or refractory B-cell non-Hodgkin lymphomas. Hematol Oncol 2017;35(S2):24–25.