Linfoma non-Hodgkin R/R, dati positivi dal CD20-TCB
Dati preliminari relativi all’impiego dell’anticorpo monoclonale bispecifico CD20-TCB nei pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin recidivante o refrattario mostrano una buona efficacia e un profilo di sicurezza gestibile. L’evidenza arriva dai risultati di uno studio di fase I a dosi progressive presentati nel corso del Congresso virtuale dell’European Hematology Association.
Lo studio ha reclutato 118 pazienti con linfoma non-Hodgkin recidivante o refrattario pesantemente pre-trattati. Dei 102 pazienti con patologia aggressiva, la maggior parte era affetta da un linfoma diffuso a grandi cellule B (n=68) o da un linfoma follicolare trasformato (n=19).
In tutti i pazienti con patologia indolente, invece, questa era costituita da un linfoma follicolare (n=14).
I soggetti hanno ricevuto un trattamento con obinutuzumab al fine di mitigare la sindrome da rilascio di citochine (CRS) e sono stati poi sottoposti a infusioni intravenose di CD20-TCB a dosi progressive (0,6-25mg) ogni 2 o 3 settimane.
Nei soggetti con patologia aggressiva in cui è stato possibile valutare l’efficacia del trattamento (n=96) i tassi di risposta obiettiva (ORR) e di risposta completa (CR) sono risultati rispettivamente del 47% (45/96) e del 34% (33/96). In quelli sottoposti a dosi tra 10 e 25mg, tuttavia, i tassi di ORR e CR sono risultati più elevati – 54% (32/59) e 42% (25/59), rispettivamente – suggerendo l’esistenza di una relazione dose-risposta.
Nei pazienti che sono andati incontro a una risposta completa, la durata media di questa non è stata raggiunta a un follow up medio di 7,1 mesi, con 25 soggetti su 33 (76%) ancora in questa condizione.
Per quanto riguarda i pazienti con linfoma follicolare per cui è stato possibile valutare l’efficacia del trattamento con CD20-TCB (n=13), questo è risultato associato a un tasso di ORR/CR del 77% (10/13) e dell’88% in quelli sottoposti a dosi di 10-16mg (7/8). Anche in questo caso a un follow up medio di 2,8 mesi non è stato possibile calcolare la durata media della risposta completa, con 9 pazienti su 10 ancora in questa condizione. In generale, una risposta a CD20-TCB si è osservata in tutti i sottogruppi, a prescindere da fattori quali la gravità della patologia, le linee di trattamento precedenti e le risposte a queste terapie.
Gli eventi avversi più comuni sono risultati essere: CRS (n=65; 55,1%), piressia (n=41; 34,7%) e neutropenia (n=41; 34,7%). La maggior parte dei casi di CRS era però di grado 1 (n=26; 22%) o 2 (n=36; 31%), associati all’infusione della prima dose e agilmente gestibili.
Bibliografia. Dickinson MJ, Morschhauser F, Iacoboni G, et al. CD20-TCB in relapsed or refractory non-Hodgkin Lymphoma: durable complete responses and manageable safety observed at clinically relevant doses in phase 1 dose escalation. EHA 2020, abstract: #S241.