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Linfoma primitivo del mediastino, nuova terapia di combinazione

By Settembre 20, 2019No Comments
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L’associazione dell’anti-PD-1 nivolumab con l’anti-CD30 brentuximab vedotin garantisce un’alta efficacia e un buon profilo di sicurezza nel trattamento del linfoma primitivo del mediastino a cellule B recidivante o refrattario.

Queste le evidenze emerse dello studio di fase 2 CheckMate 436 presentate sulle pagine del Journal of Clinical Oncology.

“Il linfoma primitivo del mediastino a cellule B è un linfoma raro, ma aggressivo, che si origina dalle delle cellule B del timo e rappresenta dal 2 al 4% dei linfomi non-Hodgkin e fino al 10% dei linfomi diffusi a grandi cellule B”, spiegano nell’introduzione gli autori, coordinati da Pier Luigi Zinzani, professore associato di ematologia presso l’Istituto di Ematologia Seràgnoli dell’Università di Bologna.

I ricercatori, inoltre, ricordano che, al momento non esiste uno “standard of care” consolidato per il linfoma primitivo del mediastino a cellule B recidivante o refrattario e che tale neoplasia ematologica è spesso trattato in modo simile ad altre forme di linfoma diffuso a grandi cellule B, per cui c’è estrema urgenza di nuove strategie terapeutiche per i pazienti che ne sono affetti

La fase 1 dello studio CheckMate 436 ha fissato in 240 mg di nivolumab ev e in brentuximab vedotin 1,8 mg/kg la dose raccomandata per le coorti di espansione della fase 2. Nella fase 2 dello studio, che è un trial multicentrico internazionale, in aperto, sono stati trattati con questa dose 30 pazienti con linfoma primitivo del mediastino a cellule B recidivante o refrattario, ogni 3 settimane fino alla progressione della malattia o al manifestarsi di una tossicità non tollerabile. Endpoint primario dello studio era il tasso di risposta complessiva (ORR).

L’età mediana dei partecipanti era di 35,5 anni (range: 19-83), il 57% del campione era formato da donne e l’87% degli arruolati era di razza bianca. Ad un follow-up mediano di 11,1 mesi, l’ORR è risultato del 73% (IC al 95% 54-88) con un tasso di remissione completa del 38% secondo i ricercatori e del 70% (IC al 95%, 51-85), con un tasso di risposta metabolica completa del 43%, secondo l’analisi centralizzata di revisori indipendenti. La prima risposta obiettiva si è osservata dopo una mediana di 1,3 mesi (range: 1,3-1,6) la prima risposta completa dopo una mediana di 3,2 mesi (range: 2,5-5,6).

Undici pazienti che hanno risposto al trattamento, sono stati sottoposti al trapianto di staminali ematopoietiche di consolidamento, allogenico (in sei casi) o autologo (in cinque casi).

La percentuale di pazienti ancora vivi e senza segni di progressione di malattia a 6 mesi è risultata del 63,5% (IC al 95% 42,5-78,6) mentre quella di pazienti ancora vivi dopo 6 mesi era dell’86,3% (IC al 95% 67,5-94,6).

La durata mediana della risposta, la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana e la sopravvivenza globale (OS) mediana non erano ancora state raggiunte al momento dell’analisi.

Per quanto riguarda la sicurezza della combinazione, la maggior parte dei pazienti (25) ha manifestato eventi avversi correlati al trattamento, di cui nove casi di neutropenia di grado 3 o 4. Altri eventi avversi sono stati neuropatia periferica, trombocitopenia, eruzione cutanea, neuropatia sensoriale periferica e ipertiroidismo.

“I risultati di efficacia della terapia di combinazione formata da nivolumab più brentuximab vedotin hanno evidenziato notevoli benefici clinici in questa popolazione di pazienti con malattia altamente refrattaria”, osservano Zinzani e i colleghi nella discussione del lavoro, concludendo che questa combinazione può avere un effetto sinergico ed è altamente attiva nei pazienti con linfoma primitivo del mediastino a cellule B recidivante o refrattario, per cui potrebbe fungere da potenziale ponte verso altre terapie di consolidamento con intento curativo.

Bibliografia. Zinzani PL, Santoro A, Gritti G, et al. Nivolumab combined with brentuximab vedotin for relapsed/refractory primary mediastinal large B-Cell lymphoma: efficacy and safety from thep hase II CheckMate 436 Study. J Clin Oncol. 2019;doi:10.1200/JCO.19.01492; doi:10.1200/JCO.19.01492.

a cura di Stefania Mengoni