
I dati di efficacia del trattamento con CAR-T in pazienti affetti da linfoma aggressivo ottenuti negli studi di registrazione presentati alle agenzie del farmaco sono stati recentemente confermati da uno studio italiano messo a punto dalla Società italiana di ematologia e presentato in plenaria all’ultima edizione del Congresso nazionale SIE.
L’introduzione della terapia cellulare con cellule CAR ha cambiato le prospettive a lungo termine per i pazienti con una diagnosi di linfoma non Hodgkin aggressivo recidivato/refrattario alla chemioimmunoterapia.
Tra i linfomi aggressivi che possono beneficiare del trattamento con CAR-T vi sono il linfoma diffuso a grandi cellule B, il linfoma ad alto grado HGBCL con caratteristiche biologiche come il riarrangiamento di MYC e BCL2, i cosiddetti linfomi double-hit, il linfoma a grandi cellule trasformato da linfoma indolente e il linfoma primitivo del mediastino.
Lo studio osservazionale retrospettivo e prospettico è stato coordinato da Paolo Corradini, Direttore del Dipartimento di Ematologia e Onco-ematologia pediatrica della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano.
I risultati preliminari dello studio CART-SIE, presentati ai congressi nazionali e internazionali lo scorso anno, hanno riportato l’andamento clinico dei quasi 200 pazienti trattati in Italia tra il 2019 e il 2021 nei maggiori centri di ematologia. I pazienti avevano un’età mediana di 53 anni (range 19-70); la maggior parte di questi si presentava con malattia in stadio avanzato (stadio III/IV), era stato fortemente pretrattato (mediana di tre precedenti linee di terapia), e il 30% aveva ricevuto (e già fallito) un trattamento di chemioterapia ad alte dosi e trapianto di cellule staminali autologhe.
“L’analisi- spiega Annalisa Chiappella, del Dipartimento di ematologia e trapianto di midollo osseo dell’INT, tra gli autori dello studio – dimostra come i dati ottenuti dalla ricerca italiana siano sovrapponibili ai dati ottenuti dagli studi registrativi, con una risposta globale a un mese dall’infusione di circa 70% e una sopravvivenza libera da progressione a 6 mesi del 54% e di sopravvivenza globale dell’80%: dati assolutamente promettenti in un gruppo di pazienti fortemente pretrattati. Nella casistica italiana non sono state evidenziate differenze tra i due prodotti cellulari utilizzati, seppure con il limite dei piccoli numeri”.
Attualmente in Italia, dal 2019, sono due le CAR-T registrate e rimborsate dall’Agenzia italiana del farmaco per il trattamento del linfoma a grandi cellule B recidivante/refrattario ad almeno due linee di chemioimmunoterapia precedente. Una è anche registrata e rimborsata per i PMBCL recidivati e refrattari a due linee di trattamento.
L’Aifa ha recentemente esteso il trattamento della terapia CAR-T, includendo pazienti con 75 anni di età, pazienti con malattia pregressa a livello del sistema nervoso centrale, purché ci siano segni di attività di malattia, e pazienti precedentemente sottoposti a trapianto allogenico senza segni di graft versus host disease.