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LMA, un nuovo target per predire la risposta alla chemioterapia

By Ottobre 10, 2017No Comments
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La leucemia mieloide acuta (LMA) determina una dispersione di sangue a livello dei vasi del midollo spinale, un meccanismo potenzialmente responsabile della mancata risposta alla chemioterapia osservata in alcuni pazienti. I risultati di uno studio del Francis Crick Institute di Londra, pubblicati sulla rivista Cancer Cell, aprono la strada a un possibile impiego, per favorire la risposta alla chemioterapia, di farmaci utilizzati normalmente in ambito cardiovascolare.

I ricercatori hanno inizialmente iniettato midollo spinale prelevato da pazienti affetti da LMA in un gruppo di topi da laboratorio. Successivamente, hanno messo a confronto il midollo di questi topi con quello di esemplari sani, utilizzando la tecnica della microscopia intravitale. I risultati hanno messo in evidenza delle perdite in relazione ai vasi sanguigni dei topi LMA, presenza associata a livelli di ossigenazione del sangue inferiori. Secondo gli autori tale deprivazione di ossigeno sarebbe causata dal’assorbimento di quest’ultimo da parte delle cellule tumorali, meccanismo che determinerebbe a sua volta a un incremento della produzione di monossido di azoto (NO). L’attività di questo composto, la cui funzione è quella di provocare un rilassamento dei vasi sanguigni, contribuirebbe alla dispersione di sangue e consentirebbe quindi alle cellule tumorali di sfuggire agli agenti chemioterapici. A dimostrazione di ciò, i ricercatori hanno poi analizzato i livelli di NO in pazienti affetti da LMA. Questi sono risultati più elevati rispetto a quelli dei soggetti sani e, inoltre, in grado di predire la risposta alla chemioterapia. Infine, essi hanno testato l’efficacia di farmaci utilizzati in ambito cardiovascolare per la loro capacità di inibire la produzione di NO. Questi non solo si sono dimostrati in grado di prevenire la dispersione di sangue a livello del midollo spinale, ma hanno anche favorito la risposta al trattamento chemioterapico.

Ulteriori studi sono ora necessari per comprendere se e quanto la somministrazione di farmaci inibitori della produzione di NO sia in grado di migliorare gli outcome dei pazienti con LMA. “Sarà forse possibile predire la risposta alla chemioterapia”, ha commentato Dominique Bonnett, responsabile della ricerca. “Abbiamo scoperto un nuovo marker biologico per l’LMA, oltre che un potenziale target”.

Fabio Ambrosino

▼Passaro D, Di Tullio A, Abarrategi A, et al. Increased Vascular Permeability in the Bone Marrow Microenvironment Contributes to Disease Progression and Drug Response in Acute Myeloid Leukemia. Cancel Cell 2017; 32(3): p324 – p341.