Grande successo per l’evento “Modelli organizzativi e terapie avanzate nella Regione Lazio“, organizzato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio in collaborazione con Il Pensiero Scientifico Editore e Recenti Progressi in Medicina.
Obiettivo dell’evento, nato dalla sfida organizzativa posta dall’avvento delle terapie avanzate, era quello di mettere intorno a un tavolo i Centri di riferimento della Regione Lazio con i Centri di cura, anch’essi dislocati sul territorio regionale, che seguono i pazienti eleggibili per questo genere di terapie.
Dopo aver messo al centro del dibattito il paziente, le diverse parti coinvolte hanno avviato un confronto per analizzare criticità e ruoli all’interno del percorso organizzativo e di cura.
Chair dell’evento: Antonio Addis, Dipartimento di Epidemiologia Regione Lazio Asl Roma 1, Marina Davoli, Direttore Dipartimento di Epidemiologia Regione Lazio Asl Roma 1, Lorella Lombardozzi, Dirigente Area Politica del Farmaco Regione Lazio, COREFA.
Ha introdotto il meeting il saluto di Alessio D’Amato, Assessore Sanità Regione Lazio.
Il punto di partenza è quello di definire come gestire il passaggio dalla fase sperimentale, che si conclude con l’approvazione della terapia avanzata, a quello dell’assistenza e quindi della definizione del rapporto rischio/beneficio che include anche il problema dei costi.
Franco Locatelli, Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, ha, a tal proposito, illustrato il ruolo dell’Accademia, della Ricerca, di Centri altamente avanzati come quello dell’Ospedale Bambino Gesù che, oltre alla rivoluzione organizzativa attuata per rendere accessibili questi trattamenti, ha accolto la sfida della produzione “in proprio” di terapie innovative (in questo caso CAR-T), che possano riempire quei gap non ancora coperti. Si tratta di una sfida molto complessa, naturalmente, in quanto si cerca di disegnare nuove terapie sui reali bisogni dei pazienti piuttosto che sugli spazi lasciati dal mercato.
Di fondamentale rilevanza, inoltre, il tema di come conciliare la scienza con le risorse economiche, perché le terapie innovative, ovviamente, necessitano di grandi investimenti.
Un ruolo fondamentale nell’intero processo di sviluppo è quello dell’Ente Regolatorio.
L’attività dell’AIFA in tal senso è di grande rilevanza, sia in termini di governance regolatoria di queste terapie, sia per la creazione di Registri d monitoraggio attivo su sicurezza ed efficacia dei farmaci.
“I Registri rappresentano l’anello di congiunzione tra le decisioni a livello nazionale e l’attuazione a livello locale”, ha commentato Pierluigi Russo, Agenzia Italiana del Farmaco, ma hanno anche una valenza tecnico-scientifica.
I dati dei registri AIFA, infatti, diventano sempre più maturi ed è importante che si integrino con gli altri database amministrativi non solo per garantire la sicurezza dei trattamenti ma anche per misurare l’efficienza del sistema sanitario.
Occorre quindi anche un coinvolgimento dei manager delle grandi strutture, delle direzioni generali, affinché si crei un modello organizzativo in grado di entrare in relazione con il territorio. I direttori generali delle grandi aziende ospedaliere hanno quindi una sfida organizzativa importante da affrontare.
“Sempre più alcuni Centri sono chiamati ad essere punti di riferimento per l’erogazione di terapie innovative”, ha sottolineato Fabrizio d’Alba, Direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma. “Quindi, oltre a dover garantire la corretta gestione delle attività ordinarie d’Istituto, si trovano ad essere catalizzatori di esperienze ed iniziative di peculiare rilevanza. Non sempre questi vettori di attività procedono nella stessa direzione ed è quindi necessaria una presa in carico multiprofessionale, e questo richiede che su questi temi ci sia una conoscenza diffusa.
C’è bisogno di un’organizzazione che lavori per questo, di “un’azienda nell’azienda”.