
La tradizionale conferenza stampa che fa il punto sui progressi, le strategie e le attività della divisione onco-ematologica in casa Janssen – che già oggi contribuisce per il 50 per cento agli introiti a livello mondiale della società – è stata anche l’occasione per rendere noti anche gli studi presentati ai congressi ASCO e EHA 2022.
Janssen è una società con un’esperienza pluridecennale alle spalle nel campo dell’onco-ematologia e ha contribuito con le sue molecole al miglioramento delle cure dei pazienti.
Dal dibattito è emersa la vocazione di Janssen alla collaborazione con le società scientifiche e i gruppi cooperativi con obiettivi al di là del profitto immediato, ma sono stati messi in evidenza i progetti con i pazienti e le loro associazioni (il lavoro comune sul consenso informato).
Tra gli altri argomenti, si è parlato della rimborsabilità in Italia per daratumumab, capostipite dei farmaci biologici anti CD38, nella formulazione sottocutanea per il mieloma multiplo; dell’autorizzazione all’immissione in commercio in Unione Europea della terapia Car-T ciltacabtagene autoleucel (cilta-cel) nel mieloma multiplo recidivato o refrattario; e di daratumumab sottocute, che rappresenta la nuova speranza per la cura dell’amiloidosi da catene leggere, un tumore del sangue estremamente raro.
Ma da Janssen Oncology arriva anche un’ampia pipeline di prodotti promettenti nell’ambito della medicina di precisione: sono in fase avanzata di sviluppo talquetamab e teclistamab, anticorpi bispecifici per il trattamento del mieloma multiplo recidivato o refrattario.
Ad ASCO 22, a questo proposito, sono stati presentati i dati molto positivi dello studio majesTEC-1 su teclistamab appena divulgati al congresso 2022 dell’American Society of Clinical Oncology, che suggeriscono risposte profonde continue e durature del trattamento con questa molecola. Al congresso della European Hematology Association, invece, sono stati resi noti dati di talquetamab in monoterapia (Studio monumenTAL-1 di fase 1), che mostrano risultati promettenti in pazienti sempre con mieloma multiplo recidivato o refrattario pluritrattati, e quelli di un secondo studio – TriMM-2 di fase 1b – in cui vengono valutate le associazioni di daratumumab con teclistamab o talquetamab.