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Terapie CAR-T, l’importanza di un approccio multidisciplinare

By Maggio 2, 2018No Comments
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La presenza di un’équipe multidisciplinare con una formazione specifica è di fondamentale importanza per la corretta gestione delle tossicità associate alla somministrazione delle terapie CAR-T. Questo è il messaggio principale emerso da una serie di sessioni, relative al ruolo di infermieri e farmacisti, svoltesi in occasione del 44esimo meeting annuale dell’European Society for Blood and Marrow Transplantation (EBMT 2018). La sindrome da rilascio di citochine (CRS), ad esempio, rappresenta una potenziale minaccia per la vita per i pazienti sottoposti a queste terapie e dev’essere gestita da un team di figure professionali specializzate.

La prima sessione che ha affrontato questo tema è stata quella di Rose Ellard, infermiera del King’s College Hospital NHS Foundation Trust di Londra con una specializzazione in ematologia, la quale ha discusso il problema dell’individuazione precoce della CRS nei pazienti sottoposti a terapia CAR-T (1). In particolare, Ellard ha riportato che molto spesso le linee guida disponibili sono obsolete e che la gestione della CRS dovrebbe cominciare prima di quanto queste raccomandano. Secondo l’infermiera, tuttavia, il tempismo non è l’unico fattore da considerare: “Spesso il trattamento della CRS richiede il ricovero in Terapia Intensiva, quindi è importante mantenere dei rapporti stretti con questi colleghi”.

Della gestione della CRS ha parlato anche Bechara Mfarrej, biologo dell’Institut Paoli-Calmettes di Marsiglia, il quale si è concentrato sui meccanismi di stratificazione del rischio e su come questi determinino l’intensità del trattamento (2). Infatti, questa in genere aumenta progressivamente all’aumentare della gravità della sindrome. Il biologo si è però soffermato sulle linee guida della Foundation of the Accreditation of Cellular Therapy (FACT), le quali riportano una serie di protocolli standard per la gestione dei pazienti sottoposti a terapia CAR-T. Queste prevedono anche una sezione dedicata ai farmacisti, con indicazioni relative a come affrontare le tossicità, interagire con le altre figure professionali e mantenere un adeguato livello di aggiornamento e formazione professionale.

Infine, un’ultima sessione – tenuta da Tiene Bauters, farmacista clinico del Ghent University Hospital in Belgio – ha trattato il tema delle linee guida per i farmacisti della FACT e del Joint Accreditation Commitee-ISCT & EBMT (JACIE), la cui settimana edizione è stata pubblicata l’1 marzo (3). Secondo Bauters, un presupposto fondamentale per poter rispettare gli standard riportati nel documento è la presenza di farmacie aperte 24 ore su 24 in grado di garantire un accesso immediato ai farmaci. Inoltre, dal suo punto di vista la formazione dei farmacisti dovrebbe includere nozioni relative all’assistenza dei pazienti onco-ematologici e ai meccanismi di funzionamento delle terapie cellulari.

Da tutte e tre le relazioni è emersa quindi la necessità di una cooperazione su larga scala tra medici specialisti, infermieri, operatori delle unità di emergenza, farmacisti e assistenti sociali. Inoltre, con l’aumentare delle conoscenze sulle terapie CAR-T sarà fondamentale assicurarsi che tutte queste figure professionali siano in grado di mantenere un livello di aggiornamento adeguato sulle più recenti evidenze scientifiche.

Bibliografia:
Ellard R, et al. Nursing education in the early detection of cytokine release syndrome in patients receiving CAR-T cells. Oral abstract NG10-5. Presentato a EBMT2018, Lisbona.
Mfarrej B. CAR-T cells: clinical development and management of toxicities. Presentation Pharm 3-1. Presentato a EBMT2018, Lisbona.
Bauters T. Role of the pharmacist in the JACIE process. Presentation Pharm 3-3. Presentato a EBMT2018, Lisbona.