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LMA, importanti passi avanti per l’inibitore di FLT3

By Marzo 14, 2021No Comments
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Arriva la rimborsabilità AIFA per l’inibitore di FLT3-ITD gilteritinib in unica dose giornaliera come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con leucemia mieloide acuta (LMA) recidivante o refrattaria con una mutazione FLT3 rilevata da un test pienamente convalidato.

Gilteritinib rappresenta uno dei pochi progressi ottenuti negli ultimi 40 anni per la cura della LMA in Italia e ha il potenziale per migliorare gli outcome di cura della LMA con due tipi di mutazione del gene FLT3 – duplicazione interna in tandem (ITD) e dominio tirosin-chinasico ( TKD).

L’approvazione si basa sui risultati del trial di fase 3 ADMIRAL, che ha studiato gilteritinib vs. chemioterapia di salvataggio in pazienti con LMA FLT3mut+ recidivante o refrattaria. I pazienti trattati con gilteritinib hanno dimostrato una sopravvivenza globale superiore rispetto a quelli che hanno ricevuto la chemioterapia di salvataggio.
La OS mediana dei pazienti che hanno ricevuto gilteritinib è stata di 9,3 mesi rispetto ai 5,6 mesi dei pazienti trattati con la chemioterapia di salvataggio (Hazard Ratio = 0,64 (IC 95% 0,49, 0,83), P<0.001).
Le percentuali della sopravvivenza a un anno sono state del 37.1% per i pazienti che hanno ricevuto gilteritinib e del 16.7% per quelli che hanno ricevuto la chemioterapia di salvataggio.

“La leucemia mieloide acuta è un tumore del sangue dovuto alla proliferazione incontrollata di cellule midollari, dette blasti, che invadono il sangue e altri organi. È una malattia molto grave, uno dei tumori più difficili da trattare e ci sono stati pochi progressi negli ultimi decenni”, ha dichiarato Felicetto Ferrara, Direttore UOC di Ematologia AORN Cardarelli di Napoli.
“Gilteritinib costituisce un importante punto di svolta nella cura dei pazienti LMA con mutazione FLT3 recidivante o refrattaria che hanno un maggiore rischio di recidiva e una sopravvivenza globale minore rispetto a quelli che non presentano questa mutazione”.

“Gilteritinib agisce su entrambe le mutazioni del gene FLT3, spegnendo il recettore che altrimenti resta ‘acceso’ ed è causa della continua proliferazione delle cellule leucemiche ” spiega Giovanni Martinelli, Direttore Scientifico dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) – IRCCS .
“Il farmaco presenta alcuni importanti vantaggi: ha un buon profilo di tollerabilità e sicurezza e viene somministrato per via orale, tre compresse da 40mg ciascuna, una sola volta al giorno. Gilteritinib può essere assunto nei pazienti con LMA FTL3 refrattari o recidivati come terapia di salvataggio, con lo scopo di ottenere la remissione ed effettuare un trapianto allogenico ove indicato”.

Lo status FLT3mut+ dei pazienti può modificarsi nel corso del trattamento della LMA, soprattutto dopo una recidiva. A causa degli outcome poco confortanti associati alla mutazione FLT3-ITD, la mutazione driver più diffusa e associata a un maggiore carico leucemico, la conferma dello status della mutazione FLT3 dei pazienti al momento della recidiva può essere di aiuto nell’adozione di un approccio di trattamento appropriato e potenzialmente mirato.

Bibliografia. Perl AE, Martinelli G, Cortes JE, et al. Gilteritinib or chemotherapy for relapsed or refractory FLT3-mutated AML. N Engl J Med 2019; 381:1728-1740.