
Sebbene si tratti di un’opzione terapeutica di enorme rilievo per il trattamento di molte neoplasie ematologiche, il trapianto di cellule ematopoietiche (HCT) costituisce una procedura intensiva che spesso comporta un ricovero ospedaliero prolungato e in isolamento.
I pazienti sperimentano gli eventi avversi delle terapie a breve e a lungo termine che possono influire sul loro benessere fisico e psicologico. Pertanto, l’HCT può essere considerato un evento traumatico e, sulla base di nuove evidenze, quasi il 20% dei pazienti sottoposti a trapianto HCT presenta sintomi clinicamente significativi di disturbo post-traumatico da stress (PTSD) a 6 mesi dall’intervento.
È quanto sostiene un interessante report presentato in occasione del Meeting Virtuale dell’ASCO e pubblicato sul Journal of Clinical Oncology.
I ricercatori, nell’analizzare il tema, si sono posti due obiettivi fondamentali: identificare i principali sintomi di PTSD a 6 mesi dal trapianto ed esplorare i fattori di rischio associati all’insorgenza del disturbo.
I dati presi in esame provenivano da un’analisi secondaria di 250 pazienti sottoposti ad HCT autologo o allogenico da agosto 2014 a gennaio 2016 arruolati in due diversi studi sulle terapie di supporto. I pazienti eleggibili erano adulti con neoplasie ematologiche ammissibili all’HCT.
I ricercatori escludevano, invece, pazienti con condizioni psichiatriche o altre comorbilità che potessero interferire con gli outcome dello studio. I sintomi del PTSD sono stati valutati a 6 mesi dal trapianto utilizzando un’apposita scala di misurazione (PTSD-CL).
L’analisi ha preso in considerazione anche i fattori potenzialmente associati ai sintomi di PTSD, quali dati demografici di base, tipo di diagnosi, QoL riportata dai pazienti e stress psicologico al basale e a 2 settimane dall’HCT.
I risultati dello studio hanno evidenziato che, complessivamente, 47 pazienti su 250 presentavano sintomi significativi di disturbo post-traumatico da stress, quali pensieri intrusivi, evitamento e ipervigilanza.
Anche i pazienti che non raggiungevano una soglia di PTSD che potesse essere considerata clinicamente significativa, mostravano comunque sintomi specifici associabili alla condizione, in particolare evitamento e ipervigilanza.
Gli indici di qualità di vita al momento dell’intervento, l’intensità dei sintomi psicologici e lo stato civile (single) risultavano associati in maniera significativa a una maggiore incidenza di PTSD a 6 mesi dal trapianto.
“Questo studio evidenzia l’importanza di un’adeguata gestione della sintomatologia da disturbo post-traumatico da stress nei pazienti sottoposti a HCT”, ha commentato Sarah Griffith, ricercatrice presso il Massachusetts General Hospital di Boston, prima autrice dello studio.
“Alcuni fattori di base presenti già prima del trapianto possono aiutare a identificare i pazienti a maggior rischio di sviluppare PTSD che potrebbero, quindi, trarre beneficio da una tempestiva terapia di supporto.”
“Lo studio ha preso in esame una coorte di pazienti adulti più anziani, ma anche i bambini sottoposti a HCT sono a rischio di disagio psicologico”, sottolinea Nirali Shah, del National Cancer Institute. Ulteriori studi confermano inoltre che gli adulti sopravvissuti a tumori infantili presentano un’alta prevalenza di PTSD.
Un ampio studio retrospettivo ha evidenziato che l’11% dei sopravvissuti, o dei loro fratelli o sorelle, soddisfaceva i criteri per una diagnosi di PTSD e che i fattori di rischio per PTSD erano simili a quelli riportati da Griffith: stato civile, basso reddito/disoccupazione e intensità delle terapie da seguire.
“L’istituzione di valutazioni pre-HCT e l’utilizzo di strumenti prognostici aiuteranno a identificare i pazienti a maggior rischio psicologico”, ha commentato Shah.
Tali strumenti potrebbero anche essere utilizzati per fornire ulteriori informazioni sui tempi e sulle modalità d’intervento per migliorare i risultati in termini di qualità di vita.
Bibliografia. Griffith S, Fenech AL, Nelson A, et al. Post-traumatic stress symptoms in hematopoietic stem cell transplant (HCT) recipients. J Clin Oncol 2020; 38: abstract 7505.