
La malattia cronica del trapianto contro l’ospite (cGvHD) costituisce un’importante complicanza del trapianto allogenico di cellule staminali e circa il 50% dei pazienti diventa refrattario a steroidi (SR) o steroide-dipendente.
Nello studio randomizzato di fase 3 REACH3 ruxolitinib (RUX) ha dimostrato un tasso di risposta globale superiore rispetto alla migliore terapia disponibile nei pazienti di età≥12 anni con cGvHD
Al Meeting EHA 2023 sono stati presentati primi dati del REACH5, uno studio multicentrico di fase 2 in aperto, a braccio singolo, su ruxolitinib in aggiunto a corticosteroidi (CS) in pazienti pediatrici con cGvHD da moderata a grave.
I pazienti con cGvHD da moderata a grave non trattati o refrattari a steroidi sono stati raggruppati in base all’età (gruppo 1: ≥12 a <18 anni, gruppo 2: ≥6 a <12 anni e gruppo 3: ≥2 a <6 anni).
Tutti i pazienti avevano ricevuto RUX più CS ± inibitore della calcineurina per un massimo di 3 anni (39 cicli di 28 giorni/settimana 156); la dose iniziale di RUX era di 10 mg due volte al giorno nel gruppo 1, 5 mg BID nel gruppo 2 e 4 mg/m2 BID nel gruppo 3.
L’endpoint primario di efficacia era costituito dal tasso di risposta obiettiva (ORR) al giorno 1 del ciclo 7 (C7D1); gli endpoint secondari includevano la migliore risposta globale (BOR) fino al C7D1, la sopravvivenza libera da graft-failure, la sopravvivenza globale e la valutazione della sicurezza.
Il tapering della terapia con corticosteroidi era consentito 2 settimane dopo il raggiungimento di una risposta completa o parziale:
I dati sono stati analizzati una volta che tutti i pazienti avevano completato 1 anno di trattamento o l’avevano interrotto prima (cut-off 19 ottobre 2022).
Complessivamente, 45 pazienti pediatrici sono stati trattati con RUX; il 64,4% era di sesso maschile e l’età mediana era di 11 anni. Al momento del controllo il 37,8% dei pazienti presentava una cGvHD moderata e il 62,2% una cGvHD grave; il 62,2% era SR e il 37,8% era naïve al trattamento.
Il tempo mediano dalla diagnosi di cGvHD all’inizio del trattamento in studio era di 49 giorni. Al cut-off dei dati, la fase di trattamento era in corso per 15 pazienti e 30 pazienti avevano interrotto il trattamento; i motivi più comuni per l’interruzione erano: decisione del medico (15,6%), eventi avversi (13,3%) e la mancanza di efficacia (13,3%). Tra tutti i pazienti, l’ORR a C7D1 era del 40% e il tasso di BOR sino al C7D1 è stato dell’82,2%.
L’ORR a C7D1 nei pazienti naïve al trattamento e in quelli SR è stato rispettivamente del 41,2% e del 39,3%. Tra i pazienti che ricevevano CS al basale (40/45; 88,9%), il 42,5% (17/40) ha interrotto o ridotto completamente la CS e il 75% ha avuto una riduzione ≥50% dal basale almeno una volta entro la C7D1. Tra tutti i pazienti, l’ORR senza corticosteroidi al cut-off dei dati era del 37,8%. La durata mediana dell’esposizione a RUX era di 55,1 settimane (range 2,1-112,1). In totale, il 97,8% presentava un evento avverso di qualsiasi grado e il 64,4% un AE di grado ≥3. Gli AE più frequentemente riportati sono stati anemia (22,2% qualsiasi grado; 20,0% ≥3 grado), COVID-19 (17,8% qualsiasi grado; 4,4% ≥3 grado) e diminuzione della conta dei neutrofili (17,8% qualsiasi grado; 17,8% ≥3 grado).
“Nei pazienti pediatrici con cGvHD, il trattamento con ruxolitinib ha portato al raggiungimento di elevati tassi di risposta obiettiva e di migliore risposta globale al giorno 1 del ciclo 7, in tutti i gruppi di età, commentano gli autori.
“L’ORR è risultata simile nei pazienti naïve al trattamento e in quelli refrattari a steroidi. Anche il profilo di sicurezza è stato coerente con le aspettative per ruxolitinib e per questa popolazione di pazienti”.
Bibliografia. Locatelli F. Ruxolitinib in pediatric patients with treatment-naive or refractory chronic graft versus host disease: primary findings from the phase 2 REACH5 study. EHA 2023; abstract #S245.